HDPE E LDPE: quali differenze in questi materiali?

HDPE e LDPE: polimeri di uso comune

In questo articolo vedremo la sostanziale differenza tra due tipi di polietilene, una varietà di plastica sempre più comunemente utilizzata nel settore del packaging.

Quando parliamo di polietilene ci riferiamo ad una resina termoplastica, che compone davvero tantissimi oggetti della nostra vita quotidiana. È impiegata infatti in tantissimi settori, dagli oggetti di design fino all’edilizia, oltre che per il tema centrale di questo articolo, ovvero il packaging, quindi per confezionare una vastissimo parco di prodotti.

L’uso del polietilene viene preferito rispetto all’utilizzo di plastiche differenti in quanto risulta davvero flessibile e leggero e di più semplice lavorazione.

Il simbolo che rappresenta e corrisponde a questo elemento è: PE. Più comunemente però lo troverete indicato dalle sigle HDPE, o LDPE, che vi indicheranno di quale molecola si tratta, così da comprenderne meglio le proprietà, dato che la loro differenza è data proprio dalla struttura molecolare.

Inoltre il PE è atossico, insapore e inodore, adattissimo quindi anche a contatto con le cibarie. È inoltre assolutamente adatto a contenere sostanze liquide, grazie anche alle sue proprietà di “effetto barriera” nei confronti di umidità ed acqua.

Le diverse caratteristiche fisiche e meccaniche di questi polimeri li rendono adatti a scopi diversi., come vedremo di seguito.

Scopriamo più nel dettaglio che cosa sono questi due materiali e analizziamo le principali differenze tra queste due plastiche ed i principali utilizzi.

Le differenze tra HDPE e LDPE

La sostanziale differenza tra queste due plastiche è data dalla loro resistenza, infatti il polietilene ramificato o a bassa densità (LDPE) risulta, come ci suggerisce il nome stesso, meno resistente. Tuttavia risulta essere molto facile da produrre restando al contempo un materiale economico.

L’utilizzo dell’LDPE è preferibile per tutti gli usi a cui può facilmente prestarsi e che non richiedono una resistenza particolare.

L’LDPE viene utilizzato per la fabbricazione di innumerevoli oggetti di uso comune e quotidiano, ad esempio contenitori come bottiglie di plastica, buste della spesa e flaconi per i detersivi.

Nell’ambito della tecnologia lo troviamo impiegato nella fabbricazione di stampanti e strumenti di laboratorio. Il suo impiego più comune è tuttavia volto alla realizzazione di pellicole sottili o film.

È molto utilizzato per gli imballaggi flessibili, in particolare quelli di piccole dimensioni per cui garantisce una più che soddisfacente resistenza meccanica, unita ad un’ottima flessibilità e facilità di saldatura anche a temperatura relativamente bassa.

L’HDPE, ovvero il polietilene ad alta densità, è invece più adatto per utilizzi decisamente più gravosi, grazie alla sua maggiore resistenza. Anche per il confezionamento di prodotti alimentari.

È molto utilizzato per la realizzazione di imballaggi a livello industriale, in particolare per componenti meccanici e per la realizzazione di buste di grandi dimensioni destinate ad un contenuto che può raggiungere pesi anche notevoli e a lunghe spedizioni anche via nave o via aerea dove le merci possono essere sottoposte alle forze di trazione e ad un vasto range di temperature oltre che a sbalzi di pressione

A tutte queste proprietà possiamo aggiungere, se viene utilizzata la formulazione adeguata, un’ottima resistenza a molteplici agenti chimici di vario tipo. Ad esempio è capace di resistere a più tipi di acidi, all’alcool e perfino agli idrocarburi come la benzina. Si tratta quindi di un materiale dalle molteplici applicazioni in campo commerciale, in cui fattori come l’impermeabilità e la resistenza sono davvero fondamentali.

La riciclabilità del polietilene

Un punto a favore del polietilene, nonostante sia comunque un derivato del petrolio, è dato dalla sua elevata riciclabilità.

Il polietilene viene infatti indicato come riciclabile in tutte le sue varianti, è perfetto per poter essere riciclato ed entrare a far parte di un processo di economia circolare, dando così vita ad un risparmio di risorse naturali oltre che ad un approccio decisamente più attento all’ambiente durante la lavorazione industriale degli imballaggi.

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