Economia Circolare

Economia circolare: cos’è?

Quando si parla di economia circolare nascono sempre dei notevoli dubbi, anche perché si tratta di un concetto abbastanza specializzato e non sono tante le persone a sapere esattamente di cosa si tratta.

Eppure è un termine di facile comprensione, che nasconde un significato altrettanto semplice: l’economia circolare altro non è che un modello economico in grado di rigenerarsi automaticamente. Esso, quindi, fa un ampio utilizzo di varie risorse rinnovabili ed è proprio per questo che è considerato un sistema al 100% ecosostenibile.

Non a caso viene sempre di più impiegato nel mondo soprattutto da coloro che mirano a far funzionare le proprie aziende in modo tale da non arrecare alcun danno all’ambiente oppure all’ecologia.

Per questo nei sistemi di economia circolare si fa un ampio uso principalmente di materiali di due generi:

  • biologici, che si possono successivamente reintegrare nella biosfera per farne uso in futuro;
  • tecnici, che si possono rivalorizzare e usare più volte, senza essere destinati alla biosfera.

Tutto questo rende l’economia circolare perfetta per la salvaguardia dell’ambiente, senza però limitare l’efficacia dell’economia stessa.

Spesso permette addirittura di ottimizzare la produzione aziendale in modo semplice, contribuendo a far crescere l’impresa gradualmente nel pieno rispetto della natura circostante.

Non solo: affidandosi ai precetti dell’economia circolare è possibile trovare una vastissima gamma di materiali alternativi per lo sviluppo dell’azienda.

Secondo i precetti dell’economia circolare, i rifiuti semplicemente non esistono. Sono comunque componenti tecnici o biologici di un prodotto che si possono riutilizzare. Molti degli stessi vengono progettati in maniera tale da poter essere riutilizzati ancora in un ciclo d’uso. Non a caso, tutti i materiali usati per il lavoro possono essere riprogettati e riproposti diverse volte. Le componenti biologiche, inoltre, sono atossiche possono venire compostate.

Seguendo i principi base dell’economia circolare, i prodotti non vengono sprecati. Si cerca sempre di trovare l’uso per ogni singolo materiale, in modo da ottimizzare i processi produttivi e svuotare i magazzini. L’economia circolare cerca di prendere in esame proprio tutti gli oggetti creando anche dei processi di economia collaborativa, che prevede la condivisione degli strumenti di lavoro.

Come è prevedibile, l’energia nell’economia circolare viene presa unicamente da fonti rinnovabili. Principalmente viene sfruttata l’energia solare, ma nell’ultimo periodo si fa un ampio uso anche di altre tipologie di energia. In generale, comunque, viene attuata una filosofia il cui obiettivo principale è quello di capire come le varie cose s’influenzano in modo reciproco per creare un sistema di funzionamento.

L’economia circolare negli imballaggi

Generalmente si crede che esistono delle aziende che non possono mettere in pratica i precetti di economia circolare per i più svariati motivi: fanno uso dei materiali non biodegradabili per necessità dell’impresa stessa, non sono in grado di creare un sistema di riutilizzo degli oggetti e così via.

Fondamentalmente, però, non esistono dei limiti e tutte le aziende possono attuare l’economia circolare.

Nel lavoro con gli imballaggi, in cui spesso si fa un ampio utilizzo di prodotti come la plastica oppure l’alluminio, diventa possibile riutilizzare tali materiali più volte in modo da diminuirne l’impatto negativo sull’ambiente.

Si crea, quindi, un circolo di utilizzo per i materiali come la plastica e l’alluminio prevedendo la possibilità di usarli più e più volte senza buttarli, in quanto non sono degradabili.

Viene prestata anche una notevole attenzione a tutto ciò che concerne la produzione di questi materiali. Nei relativi stabilimenti, difatti, si cerca di puntare sempre sull’energia rinnovabile, in modo da produrre tutto il necessario senza arrecare alcun danno all’ambiente.

Si cerca di considerare non solo l’aspetto energetico, ma anche quello più pratica adottando delle misure di produzione che non sono per niente pericolose, né per la salute degli operatori, né per l’intero ambiente. In questo modo si realizza un processo produttivo che si può a tutti gli effetti considerare come completamente green.

Non vengono sprecati nemmeno i dispositivi tecnici usati durante la produzione, in quanto negli stabilimenti aziendali si cerca sempre di trovare per gli stessi un riutilizzo. E vengono anche ridotti gli sprechi di lavoro, ottimizzando l’intero processo produttivo con due obiettivi:

  • ridurre il più possibile l’impatto ambientale;
  • non abbassare né la qualità dei prodotti, né la produttività generale.

Grazie a questi semplici accorgimenti, che possono adottare tutte le realtà imprenditoriali, non solo si protegge l’ambiente, ma si fornisce ai clienti ciò di cui hanno bisogno.

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